Formazione e-Learning e test di valutazione operativi: come misurare il ROI della formazione

La formazione è spesso un investimento impegnativo, ma di vitale importanza per le aziende. Questo risulta vero soprattutto in un mondo in rapida e continua evoluzione tecnica, in cui la formazione ricopre il ruolo di soluzione principe per riempire il divario di competenze nell'attuale forza lavoro.  

La formazione, infatti, è centrale nella preparazione del nuovo personale, ma è basilare anche nella costruzione di strategie di employer branding (ovvero la capacità dell'azienda di attirare nuovi talenti) verso profili già specializzati. 

In questo scenario, le soluzioni e-Learning sono sempre più richieste dalle aziende; per rispondere alle proprie esigenze formative, le organizzazioni possono creare soluzioni ah hoc o utilizzare corsi e sistemi e-Learning di terze parti. 

Tuttavia sviluppare i propri corsi e-Learning può risultare un'opzione costosa: non tanto in termini di costo intrinseco (un professionista americano stima una media di 106 ore di lavoro e un costo medio di 53.742 dollari per la creazione di un corso), ma per la difficoltà percepita di quantificare il ROI (cioè il ritorno dell'investimento fatto per la produzione del corso).

Molte aziende devono fare i conti con dipendenti che non sono in grado di applicare le competenze per le quali sono certificati. Questo e altri fattori portano con sé interrogativi sul valore dell'apprendimento on-line stesso e rendono una sfida la sua quantificazione.

Ma come vincere questa sfida?

Tradizionalmente i sistemi di valutazione dell'apprendimento sono basati sui voti, su punteggi standardizzati totalizzati nei test e questi possono essere fuorvianti.  Ma spesso non c'è un nesso causale tra la mera conoscenza e l'applicazione pratica; molte persone che hanno ottenuto successo nel mondo del lavoro non sono mai stati i primi della classe nella loro carriera scolastica.

Questa visione ha portato alla nascita di Linux Academy di Cloud Assessments, un laboratorio virtuale che consente agli studenti di applicare le proprie competenze (acquisite durante la formazione) in un ambiente che simula nei particolari quello lavorativo. 

Il software è stato programmato per prendere in considerazione fattori individuali come la formazione e le esperienze pregresse del singolo discente, le caratteristiche dell'azienda, il tempo trascorso sui test e il numero di tentativi necessari per portare a termine con successo ogni prova. 

Il sofisticato sistema progettato ha chiaramente presentato un problema di gestione dei dati: le montagne di dati generate dal software sono state analizzate grazie alla collaborazione con un'azienda di business intelligence. 

I risultati mostrano un potenziale valore per tutto l'universo aziendale: i dati emersi dalle sessioni di formazione forniscono un quadro completo delle competenze reali dei dipendenti attuali e dei potenziali assunti e sono di facile comprensione e condivisione tra il datore di lavoro e il reparto risorse umane. Inoltre, le valutazioni sono utili per gli stessi discenti, in quanto esplorano concretamente le proprie competenze e li aiutano a valutare la formazione ancora necessaria per soddisfare i propri obiettivi di sviluppo di carriera.

Man mano che la gestione dei big data diverrà più diffusa, sempre più aziende coglieranno sfide come questa e ne sfrutteranno il potenziale. E nell'industria e-Learning inizieremo a vedere più piattaforme che si differenziano in questa direzione.

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