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Lavoro e scuola “agili” al tempo del coronavirus: l’Italia è davvero pronta?

Nonostante il digital divide (la distribuzione ineguale delle opportunità di accesso a internet), la banda “stretta” e hardware obsoleti, l’emergenza sanitaria del coronavirus sta spingendo gli italiani a compiere grandi passi verso la digitalizzazione.

Le piattaforme di smart working e di eLearning sono prese d’assalto e tanto i direttori generali quanto i dirigenti scolastici sono impegnati in prima linea per garantire la continuità delle attività scolastiche e lavorative.

Tuttavia, il digital divide è ancora molto forte in Italia, più che in altri Paesi UE: un quarto della popolazione italiana non ha una connessione casalinga, spesso per scelta.

Secondo l’ultimo rapporto ISTAT Cittadini e ICT, la maggior parte delle famiglie senza accesso casalingo ad internet indica come principale motivo l’incapacità (56,4%) e il 25,5% non considera internet uno strumento utile e interessante. Seguono motivazioni di ordine economico legate all’alto costo dei collegamenti o degli strumenti necessari (13,8%), mentre il 9,2% non naviga in rete da casa perché almeno un componente della famiglia accede a internet da un altro luogo.

È dunque questo lo scenario in cui molti italiani si sono ritrovati ad affrontare un’emergenza nell’emergenza, quella di garantire la continuità scolastica a figli e nipoti e la continuità lavorativa a chi opera in smart working.

Insomma, l’estensione di queste nuove modalità di svolgimento delle attività professionali e di fruizione di contenuti formativi si scontra con una scarsa o non sufficiente cultura digitale e sta mettendo in forte difficoltà una percentuale significativa di famiglie e lavoratori, incapaci o privi degli strumenti idonei per trasferire nell’ambiente virtuale tali attività.

Ma non solo: a rendere il quadro ancora più complesso contribuisce inoltre il forte ritardo infrastrutturale italiano. La fibra ottica in Italia è ad oggi la sola tecnologia in grado di garantire prestazioni accettabili anche per quanto riguarda la telepresenza e la trasmissione di contenuti in streaming.

Tuttavia, secondo dati Agcom (Autorità garante delle comunicazioni), aggiornati a ottobre 2019, circa il 35% degli italiani non è coperto ancora da una rete ottimale per l’accesso a internet (almeno 100 mbit/s) e almeno il 5% è escluso anche dalle connessioni Adsl di livello base.

Secondo il Chief Technology and Information Officer di Tim, Michele Gamberini, l’incremento di traffico sulla rete dell’operatore in Italia è stato del 100%, con connessioni raddoppiate rispetto all’inizio della crisi epidemiologica. Va un po’ meglio per la telefonia mobile, dove l’incremento si attesta attorno al 20%, ma ad aumentare è stato soprattutto una modalità di comunicazione che aveva perso smalto negli ultimi anni, ovvero quella vocale.

E, secondo quello che afferma l’ UNCEM (Unione Nazionale Comunità Enti Montani) in un comunicato del 27 febbraio 2020, “oggi in oltre metà dell’Italia lavorare da casa è impedito dalla presenza di reti obsolete, in rame, in attesa dell’arrivo di una fibra che di certo può rivoluzionare spazi e distanze”.

Gli effetti della triangolazione dispositivo-banda-software mettono dunque a dura prova l’efficienza di tempi e spazi delle attività in remoto. Il rischio è che il picco di traffico internet sperimentato in Italia a causa dello smart working e dello smart schooling crei disservizi o rallentamenti sulla rete.

Ed è proprio in questa direzione che interviene l’art. 82 del Decreto 17 marzo 2020, n. 18 (Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19) con il quale il Governo sottolinea l’importanza di internet quale servizio essenziale che, ora più che mai, contribuisce a reggere l’economia italiana.

Al fine di far fronte alla crescita dei consumi dei servizi e del traffico sulle reti web, il Governo invita dunque le imprese che svolgono attività di fornitura di reti e servizi di comunicazione elettroniche ad intraprendere misure e iniziative atte a potenziare e garantire l’accesso ininterrotto alle reti e a soddisfare “qualsiasi ragionevole richiesta di miglioramento della capacità di rete e della qualità del servizio da parte degli utenti”.

Per rendere efficienti smart working e formazione a distanza, occorre infatti dotarsi rapidamente di innovative infrastrutture tecnologiche, reti e tecnologie di nuova generazione.


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