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Binge learning: cosa può imparare l'eLearning da Netflix

“Abbuffarsi” di serie tv è ormai un fenomeno piuttosto comune. Cosa succede se si trasporta questa forma di consumo anche all’eLearning? Ecco i risultati ottenuti da un recente studio sul tema.

L’arrivo Netflix, la piattaforma di streaming che permette di vedere una grande quantità di film e serie tv in modo totalmente legale, ha permesso di poter accedere a tantissimi contenuti in un solo click. In questo modo, è possibile avere a disposizione un'offerta quasi illimitata di documentari, film o serie a cui prima difficilmente si poteva avere accesso se non in maniera illegale.

Tuttavia, esiste un pericolo causato da questa grande disponibilità, quello delle cosiddette “abbuffate” (in inglese, “binge”) di serie tv. La possibilità di consumare è a portata di mano e questo può portare a consumare in grandi quantità, puntata dopo puntata in poche ore, a volte senza un ordine preciso. Questo fenomeno si può presentare anche nel settore dell’eLearning? È possibile “abbuffarsi” di contenuti e quali effetti ha sullo studio dei corsisti?

Temporal binging e content binging

Un recente studio di Wharton, eseguito da Eric Bradlow e J. Wesley Hutchinson, con la partecipazione di Tong Lu, ha studiato gli effetti delle abbuffate di contenuti nei corsi online, esaminando l'andamento dei comportamenti degli studenti che frequentavano un corso su Coursera. Gli studiosi hanno cercato di definire le abbuffate, distinguendole in due tipi: “temporal binging” e “content binging”.

Nel primo caso l’abbuffata di episodi (di lezioni o di corsi) avviene voracemente, l’uno dopo l’altro nel giro di un determinato periodo di tempo. Nel secondo caso, invece, l’abbuffata è più “ordinata” e ha lo scopo di finire rapidamente una determinata serie di contenuti o un determinato corso. Vediamo episodio dopo episodio di una sola serie di contenuti in maniera vorace e, dopo averla finita, ne iniziamo subito un’altra (e con essa un’ulteriore abbuffata).

"Abbuffarsi" di contenuti è deleterio?

Il risultato, secondo gli studiosi, è contrario a quello che molti ci si sarebbero aspettati.“Abbuffarsi” di contenuti formativi è positivo, in quanto gli studenti che lo hanno fatto durante la ricerca hanno ottenuto risultati migliori. Non solo. Chi riusciva a terminare il primo corso, attraverso questo consumo vorace, aveva più possibilità di terminare anche un secondo, un terzo, e così via. La domanda a cui è necessario rispondere ora, secondo i ricercatori, è quale delle due abbuffate (temporal o content binging?) sia la più produttiva non solo per gli studenti ma anche per chi progetta i corsi online.

Per ora, in attesa di risultati che confermino questo studio e che possano dare maggiori dettagli sul “binge learning”, è possibile, per chi progetta corsi online, pensare a nuove soluzioni che possano rendere possibile queste abbuffate di contenuti. Un'idea, ad esempio, è quella di evitare di bloccare i contenuti e di lasciare liberi gli studenti di muoversi fra le lezioni, proprio come su Netflix in cui, solitamente, non è necessario aspettare la settimana seguente o di aver finito un episodio per poter guardare il successivo.


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