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Stati Generali della Scuola Digitale: cosa resta della DAD?

Il punto sull'evoluzione del ruolo della tecnologia in chiave didattica nella due giorni degli Stati generali della scuola digitale di Bergamo

Il 26 e 27 Novembre 2021 si è tenuta in presenza (a Bergamo) e in streaming la sesta edizione degli Stati generali della scuola digitale, appuntamento organizzato dal Comune di Bergamo, dall'Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia e dall'Associazione Impara Digitale.

L'evento dal programma strutturato, che ha visto la partecipazione del Ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi, è partito con un importante riconoscimento dell'enorme lavoro compiuto dai docenti durante l'emergenza pandemica e dalla legittimazione del ruolo che la tecnologia ha avuto per veicolare l'apprendimento in una situazione difficile e improvvisa «C'è oggi una caccia alle streghe nei confronti della Dad. Invece credo che vada riconosciuto il grande sforzo dei docenti nel mantenere una relazione con i nostri studenti: l'alternativa alla didattica a distanza non era la presenza, ma l'assenza di qualunque relazione e contatto».

Il futuro della scuola: l'apertura al digitale

Il tema del dibattito sul digitale è vitale per la scuola di oggi e domani: non si tratta solo di didattica a distanza (mezzo che è stato utilissimo per garantire la continuità della didattica), ma anche del ruolo che gli strumenti digitali possono offrire per potenziare l'apprendimento di domani.

Sicuramente, secondo quanto dichiarato dal Ministro, è necessario un investimento in strumenti e infrastrutture, ma anche nelle persone. Infatti, la sfida si gioca proprio attorno al rischio di un digital divide e che vedrà divisi i Paesi «tra quelli che saranno in grado di utilizzare al meglio le tecnologie digitali in funzione anche di una sostenibilità sociale ed economica» e quelli che non saranno in grado di farlo.

A tal fine, le risorse sono già previste: il Pnrr prevede 2,8 miliardi di euro per infrastrutture e dotazioni, di cui 800 milioni destinati alla formazione delle persone

Nuovi strumenti per l'istruzione: dai libri ai videogames

Docenti, dirigenti, protagonisti ed esperti del mondo scolastico si sono confrontati (live e da remoto) per due giorni su diversi temi legati al digitale, ad esempio: 

  • Il possibile spazio didattico dei nuovi strumenti, come i videogiochi 
  • Il ripensamento degli ambienti scolastici dopo l'esperienza della Dad
  • La condizione degli studenti immersi in una realtà digitale
  • Le competenze richieste dal nuovo mondo del lavoro e il ponte tra scuole e aziende
  • Il contributo dell'industria per una dotazione tecnologica adatta alla scuola digitale
  • Le nuove forme dei libri di testo

Il primo cittadino bergamasco, Giorgio Gori, ha sottolineato che si tratta di delineare «una scuola per la società digitale» e non semplicemente una scuola digitale. Infatti, la svolta digitale, detta anche prima del covid " quarta rivoluzione industriale", è da intendersi come continua e pervasiva e assume che le persone siano dotate di una capacità di reinventarsi in continuazione, anche una volta conclusa la formazione scolastica, con l'upskilling e il reskilling, in un'ottica di life long learning.

Il ponte tra scuola e mondo del lavoro

Prendendo in prestito le parole di Dianora Bardi, presidente di ImparaDigitale: «La scuola deve comprendere come il mondo del lavoro si sta trasformando, quali competenze richiede ai giovani: la costruzione di una scuola digitale non è basata solo sull'introduzione di nuove tecnologie o sulle competenze digitali, ma sulla trasformazione complessiva della didattica e della governance per evitare di replicare un modello basato solo sulla trasmissione delle conoscenze che non è più adeguato alla realtà contemporanea» ed integrandole con quelle del Ministro Bianchi che dichiara: «in precedenza l'obiettivo della scuola era proporre un'istruzione standardizzata a più persone possibili, oggi si tratta di fornire una formazione personalizzata a tutti» comprendiamo bene come la sfida per la scuola sia integrare l' apprendimento formale e informale, come il mondo aziendale richiede. 

Da questo punto di vista, l'emergenza sanitaria ha costituito un moto acceleratore per il mondo scolastico, che è stato capace finora di rispondere trasformando una situazione imprevista in un'esperienza di apprendimento su cui costruire «una scuola capace di garantire nuova occupazione e un futuro ai nostri ragazzi».


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