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Strumenti per la formazione dei professionisti della cultura

L’educazione al patrimonio culturale costituisce un patrimonio in sé da conoscere, tutelare e valorizzare. Scopriamo l'apporto dell'eLearning per la formazione di insegnanti, cittadini e studenti.

All’interno del grande ambito Cultura umanistica, creatività, trasformazioni sociali, società dell’inclusione converge anche l’ambito tematico che riguarda il “Patrimonio culturale”, ambito di ricerca che raccoglie le grandi sfide del nostro Paese e le priorità europee e nazionali legate ai patrimoni culturali, archeologico-ambientali, artistico-letterari, ai valori sociali ed inclusivi, alle capacità produttive e creative che caratterizzano ed orientano la nostra cultura.

Anche da questo punto di vista, focalizzando il discorso sul nostro Paese, l’Italia, possiamo certamente rilevare che c'è una lunga tradizione di formazione, scolastica e aziendale, in aula.

L'inadeguatezza e il ritardo nello sviluppo dei primi e-learning e la naturale ritrosia italiana ad adottare nuovi sistemi di formazione e, in generale, ad aprirsi alle sperimentazioni ha contraddistinto anche questo ambito.

Ma, anche la ritrosia ha dovuto lasciare il passo al pensiero incontrovertibile che l'e-learning è già uno degli ambiti applicativi più interessanti anche in questo settore della formazione, per le imprese, per i privati cittadini, per gli studenti e per i lavoratori dipendenti.

A rafforzamento di quanto detto, la formazione online si conferma uno strumento alla portata di tutti, ed è un mezzo sempre più inclusivo e sempre più utilizzato dalle aziende per provvedere alla formazione continua.

Nonostante le forti potenzialità e le qualità multidimensionali che esprime l’Italia, la vastità del patrimonio culturale ed artistico, dei suoi paesaggi, delle sue produzioni (la moda, il design, il cibo, le produzioni creative) richiede di essere maggiormente valorizzata attraverso la definizione di obiettivi rivolti alle grandi sfide europee.

Allo stesso modo, le dimensioni delle trasformazioni sociali, ambientali ed economiche che hanno investito le grandi geografie del nostro pianeta e la nostra società esigono profonde innovazioni di sistema rispetto ai grandi temi che coinvolgono la qualità della vita, il rapporto dell’uomo con il suo ambiente, la salute delle persone, il rapporto con le tecnologie.

Anche l’educazione al patrimonio culturale costituisce un patrimonio in sé da conoscere, tutelare e valorizzare.

L’azione educativa, anche in e-learning, dovrebbe essere rivolta in primo luogo agli insegnanti della Scuola di ogni ordine e grado e, per loro tramite, ai giovani e giovanissimi, senza trascurare il pubblico adulto, partendo dall’esame del territorio e del paesaggio.

È certamente un impegno significativo in quanto si opera secondo strutture scientifiche e amministrative e nell’ambito del quadro normativo ed istituzionale.

Certamente si tratta di una attività fortemente inserita nel contesto territoriale e si sviluppa tenendo conto del progresso delle conoscenze nelle diverse discipline e delle innovazioni nella comunicazione e nelle tecnologie.

Le finalità riguardano lo sviluppo e la promozione di conoscenze, abilità e comportamenti che si manifestano lungo tutta la vita di ogni individuo.

Il processo educativo non può concludersi al termine del ciclo d’istruzione, ma deve proseguire in contesti diversi – professionali, turistici, associativi – al fine di favorire e sostenere l’assunzione di una sempre maggiore consapevolezza del rapporto cittadino - patrimonio.

Gli obiettivi individuati, da punti di vista complementari, indicano nella completa transizione al digitale uno strumento indispensabile per conoscere, interpretare, valorizzare e conservare efficacemente i patrimoni culturali ed archeologici, ambientali, archivistici e documentali.

Il digital manufacturing, ad esempio, cconsente al Made in Italy di competere a livello internazionale e sviluppare modelli collaborativi di impresa; lo studio e la sperimentazione di nuovi modelli economici, partecipativi e sostenibili contribuiscono a rafforzare la resilienza dei sistemi produttivi, dei territori, delle comunità.

Rafforzare e produrre nuova conoscenza, gestire in modo avanzato l’informazione relativamente al mondo antico e ai nostri patrimoni letterari ed artistici implementa l’attrattività e le identità, singole e collettive, del nostro Paese.

Il Patrimonio Culturale è un grande fattore di coesione e di radicamento nella peculiarità dei territori, fonte condivisa di ricordo, comprensione, dialogo, coesione e creatività, che va conosciuto, condiviso, comunicato, interpretato, preservato, restaurato a cura di tante professionalità diverse.

Investire in Patrimonio Culturale, e quindi anche negli strumenti per promuoverlo come l’e-learning, consolida un riconosciuto prestigio nelle discipline umanistiche e antichistiche, stimola l’innovazione e rafforza la competitività delle imprese, favorisce la crescita economica e lo sviluppo locale dei piccoli centri (borghi) e del turismo culturale, contribuisce alla costruzione di società riflessive e di cittadini sempre più consapevoli della propria storia e memoria condivisa e dello spazio culturale comune nella pluralità delle sue espressioni.

Grande attenzione, nella determinazione degli obiettivi di ricerca, è stata data ai temi delle profonde trasformazioni sociali che attraversano la società italiana, allo scopo di governare con efficacia, efficienza ed equità i processi di cambiamento.

Lo studio di processi di innovazione sociale, di modelli e pratiche di gestione, di nuovi approcci metodologici e metodi di valutazione per rispondere alle problematiche odierne, anche in ambito di formazione a distanza, per la fruizione della cultura.

Si deve perseguire nell’alveo dell’importanza dell’educazione permanente e ricorrente, dell’educazione per l’inclusione sociale e l’integrazione culturale.

L’educazione permanente non è soltanto un campo specifico del settore Educazione, ma è trasversale: non c'è tutela senza conoscenza ed educazione.

E su questo percorso anche la Commissione pluridisciplinare di CNEL e ISTAT ha deciso di non misurare più solo il PIL in maniera consueta e conosciuta, ma di inserire nuove dimensioni e tra i nuovi indicatori per misurare il benessere ci sono la fruizione della bellezza, dell’arte e del paesaggio.

In poche parole, il patrimonio culturale e la sua diffusione sono un nuovo strumento di misurazione del Benessere Equo e Sostenibile.

Tecnologia e innovazione, attraverso soprattutto la formazione degli operatori in e-learning,  insieme alla proposizione di nuovi modelli imprenditoriali collaborativi ed inclusivi, rappresentano il supporto strategico verso la resilienza delle imprese culturali e creative italiane e dei territori su cui insistono, garantendo pari opportunità nell’accesso al lavoro anche a soggetti fragili e svantaggiati.

La tecnologia e l’informatica in tutte le loro forme e manifestazioni stanno influenzando e pervadendo la nostra vita.

Tra le diverse definizioni del termine digitale una delle più comuni lo qualifica come contenuto alternativo alla forma cartacea, materiale e della realtà tangibile.

Secondo questa definizione il digitale è un contenuto che può essere sfruttato per la fruizione con sistemi tecnologici come i computer.

Stabilita la definizione di digitale, il secondo passaggio è quello che ci permette di passare dalla grandezza analogica a quella digitale, percorso che avviene attraverso la digitalizzazione.

Chiaramente il grande vantaggio della digitalizzazione è quello che permette di avere delle informazioni, dei dati, su cui è possibile lavorare con l'utilizzo di apparecchiature elettroniche, di computer e così via.

La digitalizzazione permette cioè di generare elementi su cui altrimenti non sarebbe possibile operare, se non a costo di importanti sforzi, con annesse perdite di tempo e grandi impegni economici.

Il digitale sta cambiando il mondo, il modo di interagire nella società e anche nella scuola, che può trarne un grande vantaggio.

Nel settore dei beni culturali la rivoluzione portata dal digitale è straordinaria. Le potenzialità enormi di condivisione e accesso alle informazioni rappresentano una fonte importantissima per la diffusione della cultura del patrimonio.

Oltre a questo aspetto appena delineato, enorme è anche la potenzialità che l'introduzione del digitale ha per la salvaguardia dei beni culturali.

Prima di tutto per la possibilità di ampliare la documentazione, ad esempio attraverso il collegamento con altre fonti quali studi e pubblicazioni su interventi di conservazione e restauro, ma anche attraverso la raccolta di segnalazioni fotografiche da parte dei cittadini sullo stato di conservazione ed esposizione ai rischi, le testimonianze dirette che legano i beni alla vita sociale, alle tradizioni, ecc…

Il primo obiettivo dell'introduzione delle tecnologie digitali nelle scuole e del loro insegnamento nell'uso deve essere il colmare quel digital divide che spesso è un ostacolo all’accesso ai dati ed alle informazioni, allo sviluppo di competenze e soprattutto alla capacità degli studenti di essere veramente partecipi ed attori principali della "cittadinanza attiva".

Se la diffusione dell'informatizzazione di base sta procedendo, la disponibilità di dotazioni informatizzate e soluzioni digitali per la partecipazione degli studenti stentano a decollare.

Non a caso, secondo un’indagine promossa dal Ministero dell’Istruzione, uno studente su sette frequenta una classe 2.0, in cui tutti hanno un tablet e circa uno su quattro ha acquistato libri di testo digitali, mentre il 55% degli studenti intervistati giudica nullo o quasi il contributo del percorso didattico nella creazione di conoscenze e competenze legate all'ambito digitale.

In generale, le tecnologie digitali intervengono a molti livelli di interazione nella società ed hanno un impatto maggiormente rilevante nel settore dell'educazione scolastica.

Infatti, l'impatto del digitale interessa tutte le fasce di età, ma soprattutto i giovani (i nativi digitali), abili nell'apprendere le tecnologie e nel farle proprie, ben disposti all'impiego delle innovazioni digitali in tutti gli ambiti della loro vita sociale.

Il digitale diventa quindi sempre di più il linguaggio che utilizziamo nelle nostre relazioni e motore di cambiamenti.

All'interno delle scuole, il digitale e le tecnologie hanno un impatto sui processi di apprendimento soprattutto sullo sviluppo delle competenze di base dei ragazzi e sullo sviluppo delle capacità operative e negli aspetti relazionali, sia tra studente e studente, sia nel rapporto tra studenti e docenti e in ultimo nel rapporto con la società.

E' innegabile che il motivo è relativamente semplice perché stiamo parlando di nuovi strumenti a disposizione per lo sviluppo delle interrelazioni e delle collaborazioni, strumenti che permettono il superamento delle distanze, fisiche e immateriali, diventando facilitatori delle relazioni.

In questo scenario, importante per l'apprendimento e l'educazione è lo stimolo che digitale e nuove tecnologie possono dare nell'impulso a efficaci percorsi didattici interdisciplinari.

L'introduzione delle tecnologie digitali serve per rendere maggiormente professionali e caratterizzanti gli indirizzi di studio delle scuole secondarie. La realizzazione e l'aggiornamento dei percorsi didattici, con l’integrazione tra metodi e materiali tradizionali e contributi derivanti dal patrimonio culturale e scientifico in particolare, con il supporto del digitale renderebbero la didattica più interessante e maggiormente aderente alle richieste del mondo esterno.

Oggi il mondo della produzione parla a chiara voce con il linguaggio digitale ed è determinante che le scuole si dotino di strumenti di ultima generazione vicini alle professioni del mondo economico più avanzato e competitivo.

Abbiamo accennato alla scuola come spazio dove trovano applicazione le tecnologie digitali, ma se è vero che la didattica digitale inizia in classe, si realizza anche negli ambienti comuni, predisposti alla collaborazione, nei laboratori, nelle biblioteche, nei musei, nei beni culturali, sul territorio, perché anche questi tornino ad essere luoghi dove sviluppare o proseguire l’attività progettuale e l’incontro tra sapere, saper fare e partecipazione collettiva.

La rivoluzione del digitale porterà a una rapida evoluzione delle professioni dei beni culturali, di cui il mondo della scuola deve tener conto.

Le nuove figure professionali dovranno essere capaci di impiegare le tecnologie avanzate in maniera corretta, per essere impiegate nei settori della documentazione, conservazione, restauro e valorizzazione del Patrimonio e del territorio collegato.

Lo sviluppo di aggiornati percorsi didattici deve tener conto delle mutate condizioni che vedono ora convergere competenze e saperi un tempo reputati distanti, perseguendo l'obiettivo di conciliare le conoscenze tradizionalmente oggetto della didattica classica con la necessità di utilizzo innovativo del digitale.

Questo passaggio risulta fondamentale nel momento dell'avvio verso il mondo della formazione universitaria e nel mondo del lavoro, dove la competizione, soprattutto a livello europeo ed internazionale, sta crescendo e dove sono richieste competenze e skill adeguati.

Guardare al futuro ed innovare i modelli didattici: diventa prioritaria la necessità di progettare e mettere in atto questi nuovi modelli perché possano essere sperimentati, con nuovi percorsi didattici per l'innovazione, che permettano di rispondere alla doppia necessità di "educare al patrimonio con il digitale" e ancora più concretamente permettano di traghettare verso il mondo del lavoro e le nuove professioni digitali del patrimonio.

È evidente che l'impatto del digitale nella scuola amplia il numero e le possibilità degli strumenti didattici e conseguentemente apre nuove strade alle strategie di insegnamento.

Il supporto alla didattica evolve quindi verso forme più attuali nel corso del tempo, permettendo con l'esperienza di affinare l'uso più efficace delle tecnologie digitali stesse.

Di fondamentale importanza diventa quindi curare la formazione del personale docente per i cambiamenti imposti dall'impatto del digitale.

Il docente deve essere messo in condizione di guidare il processo di cambiamento e non esserne travolto.

È importante che l'indirizzo sia finalizzato ad un uso consapevole dei nuovi strumenti digitali e dei media, ma anche ad un apprendimento funzionale allo sviluppo dei percorsi didattici.

Per poter raggiungere questo obiettivo è però necessario procedere ad un'analisi e quindi una valutazione del livello di competenze dei discenti, a partire da queste, fare una attenta analisi dei fabbisogni formativi.

Solo a seguito di questi passi è possibile definire gli interventi didattici legati all'impiego del digitale perchè possano coerentemente ed efficacemente inseriti nei percorsi formativi ed essere finalizzati alla migliore preparazione per il mondo del lavoro, alla costruzione dell'identità del cittadino e alla partecipazione civica.

La possibilità di abbattere le barriere fisiche e l'approccio creativo e pratico per conoscere attraverso l'esplorazione visiva musei e collezioni, opere d’arte, avere l'accesso a materiali multimediali audio e video, ad animazioni, nonché l'accesso ad una molteplicità di materiali didattici, agli standard di catalogazione ed a centinaia di progetti ed esperienze fatte in tutto il mondo, sono fondamentali per il processo di apprendimento e l'educazione al patrimonio.

La didattica che utilizza il digitale permetterà quindi un miglior approccio per la conoscenza e la promozione dei luoghi e dei temi della cultura.


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