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La proposta di legge UE sull'Intelligenza Artificiale

La proposta europea per regolamentare l'uso e lo sviluppo dell'Intelligenza Artificiale ha per temi chiave formazione e competenze digitali.

Avevamo già fatto un confronto sulla  regolamentazione a livello mondiale a proposito dell'Intelligenza Artificiale, trend in rapida ascesa nel mondo tecnologico in generale e, nello specifico, in ambito eLearning.

La domanda che ci si poneva era, appunto, se la  legislazione UE (in corso di definizione) non fosse troppo rigida e mettesse in una posizione di svantaggio rispetto ad altre potenze, come USA e Cina, le aziende tech dell'Unione Europea stessa. 

Nell’ambito dell’esame della proposta di regolamento europeo che stabilisce regole armonizzate sull’intelligenza artificiale (legge sull’intelligenza artificiale), la direttrice generale di Anitec-Assinform (Associazione Italiana per l'Information and Communication Technology), Eleonora Faina, ha fatto presente la necessità di garantire "un quadro regolatorio di supporto e stimolo all’innovazione, soprattutto nell’ottica di non gravare PMI e Start-up di eccessivi oneri e costi per la sua attuazione", ma con la priorità "investire in infrastrutture utili all'AI (data spaces e high performance computer) e di dare sostegno a un piano di formazione solido per accrescere le competenze utili nel mondo del lavoro e l'alfabetizzazione digitale dei cittadini".

Per esempio, per quanto riguarda il legame tra  AI e privacy a livello europeo, la direttrice ricorda quanto sia fondamentale “che il Regolamento sia in armonia con la legislazione rilevante a livello europeo. Ad esempio, le disposizioni riguardanti il trattamento dei dati devono concordare con quanto previsto dal GDPR”.

La proposta è, in ogni caso, da affinare. La stessa definizione di “sistema di intelligenza artificiale risulta essere eccessivamente ampia, con l’effetto di rendere incerto il perimetro attuativo del regolamento per le imprese”. Faina condivide la scelta della Commissione EU di regolamentare rigidamente l’utilizzo dell’identificazione biometrica (considerata pratica ad alto rischio, in quanto tecnologia giudicata portatrice di una possibile minaccia alla sicurezza o ai diritti dei cittadini), ma è necessario fare maggiore chiarezza sulle pratiche vietate e quelle consentite.

Inoltre, Anitec-Assinform propone di prevedere in fase di contratto (tra fornitori e utenti di AI) strumenti che possano definire al meglio la ripartizione degli obblighi tra produttori, utenti e altre parti terze in modo che la raccolta dei dati sia sempre supervisionata al meglio da tutte le parti in gioco.

Per valorizzare le realtà più piccole (PMI e Start-up) e non escluderle dal mercato bisogna riflettere sui costi per la messa in atto Quality Management System (Qms) e per l'ottenimento della certificazione CE per i sistemi di IA (ad alto rischio), puntualizza Faina. Utile, a questo proposito, la previsione di misure per “fornitori di piccole dimensioni”. 

Per quanto concerne la condivisione dei codici sorgente, Anitec-Assiform si esprime puntualizzando che: “L’articolo 64 prevede che le autorità di vigilanza del mercato possano accedere a queste risorse. Riteniamo che una simile pratica debba essere considerata solo come extrema ratio dopo aver utilizzato altri metodi di auditing meno invasivi”.


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