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La scuola necessita solo di strumenti digitali? La formazione dei docenti

I fondi stanziati dal Pnrr sottolineano che la sfida digitale è prossima, anche a scuola.

La  DAD non è stata universalmente riconosciuta come un'esperienza positiva da tutti gli addetti ai lavori del mondo scolastico. Questo perchè, certo, ci ha presi alla sprovvista, ma anche a dimostrazione del fatto che non basta migliorare l’infrastruttura digitale per avere esperienze di apprendimento digitale soddisfacenti. 

Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ( PNRR) la «digitalizzazione» della società italiana e della scuola sono individuate come obiettivi pirmari. L'infrastruttura digitale risulta quindi strategica per formare i cittadini italiani in generale e mettere il nostro Paese in una posizione competitiva sul mercato mondiale ed europeo: infatti, secondo gli indici dell'EU (Digital Economy and Society Index) l'Italia non parte affatto avvantaggiata rispetto alla cittadinanza digitale attiva. Si pensi che il 30% della popolazione italiana non utilizza Internet e solo il 22% della popolazione possiede  competenze digitali avanzate: bastano questi due dati per spostare l'Italia nel segmento degli analfabeti funzionali dal punto di vista digitale. 
Appare lampante che, partendo da questi presupposti, l’incompleta infrastruttura digitale della scuola è necessaria e materia su cui lavorare, ma non è certo sufficiente.

Performance scolastiche in calo con la Dad

Durante la pandemia, i risultati scolastici, misurati attraverso i test Ocse-Pisa, sono diminuiti. Lo dimostrano due report della Commissione Europea (The impact of Covid-19 on student learning outcomes across Europe, 2021) e dell’Ocse (How learning continues during the Covid-19 Pandemic, 2022). Il responsabile di questo calo non è il digitale, che ha avuto il merito, invece, di permettere di proseguire l'attività didattica, ma le cause sono multi-fattoriali. In particolare, da addurre a cinque fattori chiave e strettamente correlati: 
  1. riduzione del tempo di insegnamento e di apprendimento; 
  2. diminuzione del contatto sociale tra gli allievi stessi e di questi con gli insegnanti; 
  3. scarsa capacità degli insegnanti e degli studenti di adattarsi all’insegnamento e/o all'apprendimento digitale; 
  4. non ottimale capacità delle famiglie di supportare i figli durante i lockdown, soprattutto emotivamente; 
  5. condizioni socio-economiche delle famiglie.

Dad: motivazione allo studio e profitto scolastico

L’Italia nel 2020 ha visto la chiusura per metà anno scolastico. Il risultato? Gli studenti italiani hanno avuto performance peggiori nei test di apprendimento rispetto a paesi (come Francia e Germania) che hanno chiuso le scuole per un terzo dell'anno. 
Inoltre, lo stress portato dalla diminuzione del contatto sociale tra gli studenti e con i docenti ha portato ad un decremento della motivazione allo studio: certo la tecnologia è stata fondamentale per non fermarsi, ma l'apprendimento informale in questo contesto di distanziamento sociale è stato penalizzato. 
In aggiunta, le ricerche dell’Ue e dell’Ocse mostrano che il divario tra il profitto scolastico degli studenti appartenenti a famiglie socio-economicamente svantaggiate e quelle abbienti durante la Dad è aumentato. Durante i lockdown chi non disponeva della dotazione digitale adeguata, della rete stabile, degli spazi domestici adatti è stato chiaramente penalizzato. 
Secondo la Società Italiana di Ricerca Didattica (Sird, 2020), In Italia, per carenza di formazione e infrastruttura, due terzi dei docenti si sono dati alle lezioni in diretta streaming o registrate, non sfruttando le potenzialità collaborative offerte dalla tecnologia. 

La cittadinanza digitale attraverso la scuola

Ed eccoci tornati finalmente alle lezioni in presenza, in una situazione di maggiore normalità ed emotivamente più serena per gli studenti. Tornare indietro però non è possibile, ne' pare avere senso in un mondo sempre più digitale e connesso: la didattica può trarre vantaggio dal digitale e insegnare il digitale; la scuola è l'unica che può mettere i ragazzi nella condizione di essere pronti a diventare cittadini digitali.


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