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Come valutare le competenze sulla sicurezza sul lavoro

Gli incaricati della sicurezza hanno il delicato compito di prevenire infortuni e incidenti. La loro formazione deve essere di qualità ed efficace.

La sicurezza sul lavoro è un tema che richiede il coordinamento di più figure specializzate. Queste devono essere formate e competenti non solo sugli aspetti e i compiti specifici del loro incarico, ma anche capaci di interagire con le altre cariche per agire in concerto.

I rischi propri dell’attività aziendale devono essere individuati correttamente, misurati con cura e condensati in un apposito documento dal quale partire per definire e attuare tutte quelle buone pratiche che permettano di ridurre sensibilmente i rischi di infortuni o malattie connesse al lavoro. Questa impostazione riduce ma non esclude che ci possano essere infortuni o guasti, per la cui gestione sono presenti un Addetto al Primo Soccorso e un Addetto all’Antincendio, oltre che un Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza, incaricato di collegare dipendenti e azienda. 

La formazione di questi soggetti è di primaria importanza. A valutare le loro competenze vi sono i test e gli esami di fine corso. Una buona azienda che abbia a cuore la sicurezza non dovrebbe limitarsi a recepire questi risultati ma promuovere la diffusione di conoscenze in materia al suo interno. Se vale il detto, repetita juvant, organizzare presentazioni, progetti ed eventualmente pratiche e procedure di emergenza simulate può essere un modo per innalzare il livello oltre al minimo richiesto.


Il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS)

Il rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) è una carica aziendale prevista dal D.Lgs. 81/2008. Questa è la figura di raccordo tra l’azienda e i lavoratori e ha la funzione di rappresentare i dipendenti per ogni questione connessa alla salute e alla sicurezza nei luoghi di lavoro. Ad ogni RLS deve essere fornito un corso di formazione di 32 ore e successivi corsi di aggiornamento annuali della durata di 4 o 8 ore a seconda che l’azienda abbia meno o più di 50 dipendenti. Questi corsi possono essere forniti in presenza o in modalità eLearning, qualora ammessa dagli accordi in contrattazione collettiva.

Il corso iniziale ha lo scopo di formare il dipendente per essere in grado di farsi carico della responsabilità di supervisionare e garantire che i dipendenti lavorino nelle migliori condizioni, riportare alla direzione e alle altre figure coinvolte nella sicurezza le tematiche non affrontate, e collaborare a rendere l’azienda un luogo più sicuro. Due distinte parti compongono questo corso:

  • Un’introduzione generale in cui sono trattati i temi della normativa di riferimento, le responsabilità e gli strumenti a disposizione dell’RLS, nonché il problema della corretta valutazione dei rischi e della loro gestione.
  • Una sezione specialistica in cui sono spiegate le misure di prevenzione e le protezioni possibili per i rischi sopra illustrati, nonché un approfondimento sui rischi specifici per il settore a cui appartiene l’azienda.

Questo è un tipo di corso i cui contenuti sono molto eterogenei nella natura: si va dai riferimenti normativi, necessari per garantire che le pratiche messe in atto siano conformi alla legge, ai principi di buone pratiche che ispirano il ruolo e il compito del RLS; dai temi dell’igiene e della sicurezza alla valutazione dei fattori di rischio; dalle responsabilità amministrative ai principi di comunicazione efficace, per garantire che ogni membro dell’azienda sia consapevole dei rischi e della loro prevenzione.

In particolare, sono previsti approfondimenti sui rischi specifici di diversi tipi di settore, ad esempio:

  • Edilizia
  • Commercio
  • Industria
  • Terziario e Servizi
  • Turismo
  • Scolastico
  • Sanitario
  • Pubblica Amministrazione
  • Chimico
  • Artigianato
  • Agricoltura

Ciascuno di questi settori presenta delle caratteristiche proprie di lavorazione dei prodotti o di erogazione dei servizi che possono generare rischi diversi. Ad esempio, le lavorazioni in edilizia saranno connesse alla sicurezza in cantiere e alla movimentazione dei carichi, mentre per la ristorazione sarà più importante conoscere i rischi dell’igiene alimentare HACCP. Vi sono poi rischi comuni a quasi tutti i settori, come il rischio di incendio o di elettrocuzione, come la conoscenza del primo soccorso o dei piani di evacuazione.

Come si valutano queste competenze?

Un corso eLearning prevede un test finale, che può essere composto da una serie di domande a risposta chiusa, a cui si possono eventualmente aggiungere risposte aperte e test pratici. In azienda poi, può essere consigliabile rivedere in più modi le competenze acquisite, ad esempio organizzando delle brevi presentazioni in cui il nuovo RLS sia chiamato a illustrare quanto appreso e a comunicare i principi di sicurezza a tutti i collaboratori. Un’altra buona pratica può essere quella di favorire, oltre al minimo richiesto per legge, la presentazione di proposte da parte dei lavoratori, tramite il RLS, per migliorare l’efficienza senza compromettere la sicurezza.


Il Responsabile per il Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP)

Il Responsabile per il Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) ha il compito di valutare i rischi e contribuire alla stesura del Documento di Valutazione dei Rischi, assieme al datore di lavoro. Per diventare RSPP è necessario frequentare dei corsi di abilitazione e seguire aggiornamenti quinquennali, anche in modalità eLearning.

I corsi erogati devono tenere conto del settore a cui appartiene l’azienda del RSPP, con adeguati contenuti didattici e casi reali di gestione del rischio e compilazione del DVR. Secondo l’accordo Stato Regioni del 21 dicembre 2011, i corsi possono essere erogati in modalità eLearning. I corsi affrontano le tematiche normative della sicurezza; quelle gestionali, per l’organizzazione del lavoro; quelle tecniche, per la corretta valutazione dei rischi; e quelle relazionali, per la formazione e l’interazione con i lavoratori e le altre figure coinvolte nella sicurezza sul lavoro.

A fine corso è previsto un esame di valutazione delle nozioni apprese. Il certificato ottenuto ha validità quinquennale, al termine del quale è necessario frequentare un corso di aggiornamento.


L’Addetto all’Antincendio

I corsi erogati per la figura dell’Addetto all’Antincendio (AA) hanno una durata commisurata al livello del rischio di incendio connesso alle attività aziendali. Questa distinzione risponde ai criteri definiti dal DM del 2 settembre 2021, che amplia la categoria di luoghi di lavoro per i quali è obbligatoria la redazione di un piano di emergenza: oltre all’obbligo per le imprese con almeno 10 dipendenti, è stato introdotto quello per le attività aperte al pubblico in grado di ospitare più di 50 persone in totale, tra clienti e dipendenti.

Il decreto ha anche modificato l’organizzazione dei corsi di antincendio, commisurando i livelli al rischio:

  • Livello 1: rischio basso. 4 ore di formazione e 2 di aggiornamento
  • Livello 2: rischio medio. 8 ore di formazione e 5 di aggiornamento
  • Livello 3: rischio alto. 16 ore di formazione e 8 di aggiornamento

Gli Addetti all’Antincendio devono frequentare dei corsi di aggiornamento ogni cinque anni. Per le attività elencate nell’allegato IV del Decreto 2 settembre 2021 è previsto il conseguimento di un attestato di idoneità tecnica. Queste sono attività di maggiori dimensioni o con rischi di incendio di livello marcato, ad esempio:

  • Fabbriche e depositi di esplosivi
  • Impianti di estrazione di olii combustibili o gas
  • Impianti e laboratori nucleari
  • Depositi chiusi con superfici superiori ai 10 mila metri quadri
  • Alberghi con oltre 100 posti letto
  • Uffici con oltre 500 persone presenti
  • Scuole di ogni ordine e grado con almeno 300 persone presenti

L’attestato di idoneità tecnica è conseguito con una prova presso il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco. L’esame è composto di tre parti: un test scritto con domande a risposta chiusa e aperta; una prova orale sugli argomenti per i quali le risposte al test scritto siano risultate meno corrette; una prova pratica di spegnimento con estintori o idranti.


L’Addetto al Primo Soccorso

L’Addetto al Primo Soccorso (APS) è una delle figure incaricate di garantire la sicurezza sul luogo del lavoro. Il suo è per lo più un compito conseguente al rischio di infortuni che, se le pratiche e le procedure corrette sono definite e seguite in maniera adeguata, può fungere solo da garanzia ulteriore. Anche in questa eventualità positiva, l’APS deve aver frequentato i corsi di formazione adeguati, in accordo al DM 388 del 15 luglio 2003. Questi si dividono in tre distinte categorie:

  • Aziende di gruppo A: 16 ore del primo corso; 6 ore per il corso di aggiornamento successivo
  • Aziende di gruppo B: 12 ore del primo corso; 4 ore per il corso di aggiornamento successivo
  • Aziende di gruppo C: 12 ore del primo corso; 4 ore per il corso di aggiornamento successivo

I gruppi sono distinti per indice di inabilità permanente; in linea di massima, le aziende del gruppo A sono quelle di maggiori dimensioni, mentre quelle del gruppo C sono le più piccole. Va specificato che per alcuni settori, l’appartenenza al gruppo A non dipende dalle dimensioni, ad esempio: centrali termoelettriche, aziende estrattive, lavori in sotterraneo o aziende di fabbricazione di esplosivi, polveri e munizioni.

I corsi devono contenere esercitazioni pratiche da fare esclusivamente in presenza.

Lo scopo dei corsi è quello di formare Addetti al Primo Soccorso che siano in grado di riconoscere il tipo di emergenza sanitaria che abbia colpito uno o più collaboratori, saper attuare gli interventi e fornire le cure di primo soccorso; essere in grado di indicare ai soccorsi chiamati il tipo di emergenza per la quale dovranno intervenire; essere competente sui rischi specifici in azienda e sugli interventi previsti.

Il corso iniziale ha una validità triennale, al termine della quale è obbligatorio frequentare un corso di aggiornamento. Per ottenere l’attestato di primo soccorso è necessario superare un test finale.


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