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I miti della formazione

Qual è la credenza più insidiosa per l'apprendimento?

Steve Wheeler, Learning Innovations Consultant e Professore Associato di Tecnologie Formative al Plymouth Institute of Education, ha pubblicato un sondaggio su Twitter chiedendo: "Quale mito è il più dannoso per l'apprendimento?".
Prima di scoprire i risultati, vediamo insieme qual'è il ragionamento che lo ha spinto a lanciare il singolare sondaggio:

"Sono costantemente stupito dalla persistenza di "animali leggendari" nella formazione." spiega Wheeler "Li chiamo così perché sono come gli unicorni: hanno un aspetto straordinario, ma non esistono e credere in loro non ha altro scopo se non quello di farci sembrare sciocchi. Vorrei capire perché sono così resilienti. Alcuni miti riguardano la natura dell'apprendimento, altri riguardano il ruolo degli insegnanti o della tecnologia e ci sono diverse teorie discutibili riguardanti l'apprendimento umano. Alcuni miti diventano così celebri e comuni da travestirsi da "scienza". Un esempio? L'espressione "nativi digitali"."

Mito #1: Gli stili di apprendimento (31% dei voti al sondaggio)

"Ci sono teorie così persistenti che, nonostante siano state smentite o dichiarate obsolete, continuano a guidare la pratica formativa e lavorativa. A volte i docenti non sono aggiornati; altre volte, considerano solo la teoria che meglio si adatta e conferma ciò in cui credono. Ad esempio, l'idea degli stili di apprendimento: classificare gli studenti come "auditivi" o "visivi" sembra intuitivo e conveniente, in quanto permette ai docenti di incasellare gli studenti e gestirli nel modo più efficiente. Il problema è che gli stili di apprendimento non esistono: secondo gli psicologi non esistono evidenze scientifiche a riguardo. Le persone imparano in molte modalità differenti, mischiando modalità auditive, visive, cinestetiche, tattili, propriocettive e olfattive, a seconda del contesto. Se ci aspettiamo che gli studenti imparino prevalentemente in un modo, gli facciamo un torto ... eppure la credenza continua a persistere tra gli insegnanti."

Mito #2: La dominanza emisferica (6% dei voti al sondaggio)

"Un'altra non-verità radicata è la teoria della dominanza degli emisferi cerebrali (destro vs. sinistro). Questa teoria sostiene che nelle persone domina o l'emisfero sinistro (deputato al ragionamento logico e matematico) o il destro (sede della creatività e delle capacità visuo-spaziali). In realtà, queste funzioni cerebrali non sono localizzate esclusivamente in una sede circoscritta del cervello, come è dimostrato attraverso studi di pazienti con danni cerebrali."

Mito #3: Usiamo solo il 10% del cervello (9% dei voti al sondaggio)

"Un altro mito dannoso è che usiamo solo il 10% del nostro cervello... quindi il 90% del nostro cervello resta inutilizzato. In realtà, la ricerca neuroscientifica ha dimostrato che parte del cervello si accende solo durante compiti specifici. L'attivazione è variabile e correlata al contesto."

Vince il ... Mito #4: Abbiamo un'intelligenza "fissa" (54% dei voti al sondaggio)

Secondo il sondaggio, nessuno dei miti fino ad ora citati è il più dannoso. A parere delle 668 persone che hanno partecipato al sondaggio, il mito più temibile ed insidioso della formazione è la convinzione che le persone abbiano un'intelligenza fissa. Gli studi scientifici, mostrano che l'intelligenza non è definita alla nascita, ma può mutare durante tutto il ciclo di vita.

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