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Pandemia e istruzione digitale nell'Africa subsahariana

In Africa circa 300 milioni di persone sono state colpite dalla chiusura delle scuole a causa della pandemia.

Secondo l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO), è giunto il momento di riportare gli studenti nelle classi dopo che circa 300 milioni di persone sono state colpite in Africa dalla chiusura delle scuole a causa della pandemia.
L'apprendimento ha cercato di muoversi online, ma l'accesso inadeguato a internet, ai computer o all'elettricità ha rappresentato una sfida per gli studenti.

Le organizzazioni educative hanno sviluppato soluzioni innovative per tamponare la necessità immediata, ma la pandemia ha evidenziato che il futuro dell'educazione risiede in un approccio più digitalizzato all'apprendimento. Ovvero, senza un'azione a lungo termine, i più emarginati, specialmente coloro che vivono in zone rurali remote senza dispositivi o connettività, saranno svantaggiati, ha dichiarato alla CNN Fiona Mavhinga, consigliere esecutivo dell'associazione no-profit Campaign for Female Education.

"Il divario digitale è reale, è ampio, soprattutto per coloro che sono emarginati e che provengono da comunità povere", ha detto. "Non hanno modo di poter accedere a qualsiasi istruzione online. Non hanno i dati o i crediti telefonici per poter scaricare materiale didattico".

Imparare attraverso WhatsApp, radio e TV

L'associazione no-profit Camfed (Campaign for Female Education) ha come missione sradicare la povertà in Africa attraverso l'educazione delle giovani donne in Ghana, Malawi, Tanzania, Zambia e Zimbabwe.
L'organizzazione ha contribuito a garantire la continuità dell'apprendimento durante la pandemia in alcuni di questi Paesi attraverso metodi innovativi di apprendimento a distanza, come i programmi radiotelevisivi, le applicazioni di condivisione dati offline e WhatsApp.

In Zambia e Tanzania, Camfed raggiunge quasi 80.000 studenti attraverso programmi radiofonici. I lavoratori in prima linea sono a volte invitati a parlare del virus, con la trasmissione suddivisa in dialetti locali, in modo che tutti abbiano una chiara comprensione.
Queste sessioni sono replicate anche su WhatsApp, dove gli studenti possono fare domande e interagire con il docente.

"Queste misure innovative possono essere potenzialmente attuate per garantire che anche gli studenti più emarginati abbiano accesso all'apprendimento nonostante la pandemia, e che non perdano la speranza per il futuro", ha detto alla CNN Patience Mkandawire, membro di Camfed.
L'organizzazione di beneficenza britannica Voluntary Service Overseas collabora con le stazioni radio del Ruanda per fornire contenuti educativi. Il suo team chiama i genitori per assicurarsi che i loro figli possano ascoltare il programma radiofonico e che abbiano un sostegno durante la messa in onda.

Ajayi Basirat, un insegnante di Lagos, ha creato a marzo un piccolo gruppo WhatsApp chiamato Mathematics Clinic, che si rivolgeva agli studenti dell'ultimo anno di un singolo college. Alla fine di aprile, il gruppo ha raccolto molte adesioni esterne e ha superato il limite di utenti WhatsApp per un singolo gruppo, venendo quindi trasferito su Instagram, dove la sua popolazione studentesca è cresciuta fino a quasi 2.000 studenti.
Per garantire che gli studenti svantaggiati non abbandonassero le lezioni, ha iniziato a registrare le sue sessioni di insegnamento sotto forma di brevi video, comprimendole per un basso utilizzo dei dati e caricandole su Telegram, Twitter, Instagram e YouTube.

"Fa male vedere gli studenti che perdono le lezioni perché non hanno a disposizione dati", ha detto Basirat alla CNN. I suoi video hanno raggiunto gli studenti in diverse parti del mondo, tra cui India, Sudafrica e Canada.

La necessità di una trasformazione digitale

A livello globale, quasi 10 milioni di bambini potrebbero non tornare mai più a scuola a causa dei tagli ai finanziamenti e della povertà causata dalla pandemia, ha avvertito l'ONG internazionale Save the Children. Questo si aggiunge ai 258 milioni già "usciti" dal circuito educativo prima dell'epidemia.
A marzo, Africa Teen Geeks (ATG), un'organizzazione no profit di informatica, ha lanciato la STEM Digital Lockdown School in collaborazione con il Dipartimento di Educazione di Base del Sudafrica. Dei 12 milioni di studenti del sistema educativo di base del Paese, solo 500.000 si sono iscritti alle classi Zoom di ATG.
La scarso successo è stato dovuto al costo del traffico dati e alla mancanza di dispositivi, ha dichiarato alla CNN Lindiwe Matlali, fondatore e CEO di ATG.
Gli insegnanti hanno anche bisogno di ricevere una formazione tecnologica più completa, ma la sfida è la mancanza di opportunità, piuttosto che di capacità. "Abbiamo scoperto che è stato facile per gli insegnanti mettere alla base della formazione la tecnologia di internet. Il 99% dei nostri insegnanti ha insegnato online per la prima volta dopo aver ricevuto letteralmente quattro ore di formazione".

Il futuro dell'istruzione subsahariana

I governi dell'Africa subsahariana e di tutto il mondo stanno dando priorità ad altre sfide sociali ed economiche, ha detto Nganga alla CNN. Dallo scoppio di Covid-19, secondo l'UNESCO, sono stati spesi 11,8 trilioni di dollari in pacchetti di stimolo come risposta fiscale per salvare vite umane e mitigare gli shock economici. Di questi, solo 91 miliardi di dollari, o meno dell'1%, sono stati destinati all'istruzione.

Ma ci sono segnali incoraggianti riguardo la consapevolezza dell'importanza dell'educazione online che derivano dalla pandemia.
Basirat ha ricevuto una telefonata dalle autorità educative dello stato di Lagos, che hanno elogiato il suo lavoro, l'hanno intervistato e hanno girato un documentario sulle sue tecniche di insegnamento. Un mese dopo, a giugno, il governo ha iniziato a distribuire cellulari agli studenti delle famiglie a basso reddito in modo che potessero beneficiare dei programmi di e-learning, secondo le informazioni sul sito web ufficiale del governo.
In aprile, le autorità dello Stato di Oyo, nel sud-ovest della Nigeria, hanno annunciato l'offerta di 500 MB di dati gratuiti agli studenti che partecipano ai programmi e-learning dello Stato. Altri stati, sostengono le autorità educative, hanno adottato idee simili, coinvolgendo gli studenti via radio, televisione, WhatsApp e altri canali.
Marocco e Tunisia sono stati in grado di passare rapidamente all'apprendimento misto durante il lockdown solo perché hanno fatto investimenti pluriennali in questi settori.


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