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L’impatto dell’IA sulla progettazione didattica di contenuti eLearning

Nel 2025 l’intelligenza artificiale sta cambiando profondamente la produzione dei contenuti formativi digitali e il ruolo del progettista didattico. Leggi l’articolo e scopri come.

Nel panorama della formazione digitale, l’intelligenza artificiale ha superato la fase della sperimentazione per entrare pienamente nella pratica quotidiana di aziende e provider. Il recente report Fosway 9-Grid™ 2025 su Learning Systems e Digital Learning mostra chiaramente come l’IA stia rimodellando le logiche produttive, semplificando i flussi di lavoro e ridefinendo ruoli e competenze.L’eLearning, per sua natura standardizzabile e ripetibile, è il terreno ideale per applicare soluzioni basate su IA generativa e media sintetici. Tuttavia, l’automazione non riguarda solo la produzione: si estende anche alla progettazione didattica, dove il progettista si trova oggi ad affrontare nuove sfide, diventando regista di esperienze formative create in sinergia con strumenti intelligenti. In questo scenario in rapida evoluzione, diventa essenziale interrogarsi su quali competenze restano umane, quali si delegano alle macchine, e come garantire qualità e valore pedagogico nelle soluzioni formative.


Come l’IA sta ridisegnando la formazione digitale

Negli ultimi due anni, l’intelligenza artificiale è passata da argomento emergente a fulcro dell’innovazione nei sistemi di apprendimento. Il report Fosway 9-Grid™ 2025 conferma che l’interesse è ormai altissimo: quasi ogni piattaforma formativa oggi integra o prevede l’integrazione di strumenti di IA generativa, automazioni nei flussi di lavoro e assistenti virtuali. Tuttavia, come rileva Fosway, due terzi dei leader aziendali dichiarano che i loro sistemi attuali non soddisfano ancora le aspettative legate all’uso dell’IA​.Questo disallineamento tra possibilità e adozione reale evidenzia una fase di transizione: molte aziende esplorano l’IA con curiosità, ma l’effettiva attivazione di funzionalità avanzate è rallentata da questioni legate alla sicurezza, all’etica e alla governance. Per ridurre i rischi e valutare concretamente le potenzialità dell’IA in un contesto controllato, molte organizzazioni scelgono di partire con progetti pilota o proof-of-concept (PoC). Questi aumentano la consapevolezza interna e aiutano a definire obiettivi realistici, facilitando il passaggio da una fase esplorativa a un’integrazione strategica dell’IA nella formazione aziendale.


Produzione di contenuti e automazione

Uno degli ambiti più trasformati è senza dubbio la produzione di contenuti digitali. L’eLearning, con la sua natura modulare e ripetibile, si presta perfettamente a essere ottimizzato attraverso strumenti di IA generativa: testi, video, narrazioni vocali, quiz e traduzioni possono oggi essere prodotti o localizzati in pochi minuti, riducendo drasticamente i tempi e i costi di sviluppo​.L’integrazione di soluzioni basate su media sintetici, come avatar realistici e voci artificiali, è ormai diffusa tra fornitori e aziende. Questo consente una produzione scalabile, ideale per chi gestisce grandi volumi o deve localizzare contenuti in più lingue. L’accesso alla tecnologia ha inoltre reso la creazione di contenuti più democratica: anche team di piccole dimensioni possono oggi realizzare materiali professionali, abbattendo le barriere all’adozione di innovazione formativa.


Il ruolo del progettista didattico nell’era dell’IA

La diffusione dell’IA nella produzione di contenuti sta modificando in modo sostanziale anche il ruolo del progettista didattico. Non è più solo colui che scrive testi e disegna percorsi, ma sempre più spesso è chiamato a selezionare, configurare, revisionare e integrare output generati da strumenti automatici. La sua funzione diventa quella di mediatore critico, garante della qualità pedagogica e della coerenza rispetto agli obiettivi formativi.Inoltre, l’adozione dell’IA impone una riorganizzazione dei processi produttivi e una ridefinizione dei carichi di lavoro: le attività manuali si riducono, ma aumentano quelle di controllo qualità, verifica delle fonti, progettazione dell’esperienza utente e adattamento al contesto aziendale. Il progettista deve padroneggiare nuove competenze trasversali, tra cui tutto ciò che riguarda l’IA, la comprensione delle logiche di prompt engineering e la capacità di collaborare con strumenti evoluti senza subirli.


L’assistente IA: un alleato per utenti e amministratori

Un’altra trasformazione rilevante evidenziata dal report Fosway è la presenza sempre più diffusa di assistenti IA all’interno dei sistemi di digital learning. Sotto forma di copilot, buddy, coach o guida virtuale, questi strumenti stanno diventando parte integrante dell’esperienza formativa, migliorandone l’accessibilità e l’efficacia.Il loro valore risiede non solo nell’interazione in linguaggio naturale, che facilita la navigazione e la fruizione dei contenuti, ma anche nella capacità di personalizzare l’esperienza per ogni singolo utente, proponendo risorse mirate in base a ruolo, obiettivi e storico di apprendimento. Per i team L&D e gli amministratori, l’assistente IA rappresenta uno strumento strategico per la segmentazione degli utenti, la raccolta di dati comportamentali e l’ottimizzazione dell’offerta formativa.


Perché molte aziende faticano ad adottare l’IA

Nonostante l’enorme attenzione da parte del mercato e l’integrazione sempre più capillare dell’IA nei sistemi di digital learning, l’adozione da parte delle aziende procede con lentezza. I motivi principali? Preoccupazioni legate alla sicurezza dei dati, alla governance, alla conformità normativa e all’etica degli algoritmi.Secondo il report Fosway, due terzi dei responsabili L&D ritengono che i loro attuali sistemi non soddisfino le aspettative legate all’IA​. Inoltre, molti strumenti di IA già integrati nei sistemi di formazione restano disattivati, in attesa di verifiche o approvazioni interne.Per superare questa fase di stallo, si rivelano fondamentali approcci graduali, capaci di misurare l’impatto sui processi e sull’esperienza degli utenti prima di un’implementazione su larga scala.


Dal “just-in-case” al “just-in-time”: il cambio di paradigma

Per anni, la formazione aziendale è stata dominata da una logica preventiva: creare contenuti e percorsi “nel caso servano”, riempiendo le piattaforme di materiali poco utilizzati. È il cosiddetto approccio “just-in-case learning”. Ma oggi l’intelligenza artificiale offre l’opportunità di passare a un modello completamente diverso: il “just-in-time learning”, ovvero la formazione mirata, personalizzata e accessibile esattamente quando serve.Grazie all’analisi dei dati, alla segmentazione degli utenti e all’uso di assistenti virtuali, l’IA permette di individuare bisogni formativi reali e proporre soluzioni immediate, contestualizzate e rilevanti​. Questo approccio, oltre a migliorare l’efficacia dell’apprendimento, consente di ottimizzare le risorse e aumentare l’engagement, soprattutto tra chi ha poco tempo e obiettivi pratici da raggiungere.


Nuove esperienze guidate dall’IA

Un’altra frontiera su cui l’IA sta facendo la differenza è quella della personalizzazione dell’esperienza formativa, in particolare attraverso strumenti di coaching digitale. Gli assistenti virtuali conversazionali, basati su modelli linguistici addestrati per offrire feedback, suggerimenti e supporto, stanno diventando strumenti sempre più diffusi per fornire accompagnamento personalizzato e scalabile a tutti i livelli aziendali​.Questi “coach digitali” non sostituiscono del tutto le relazioni umane, ma le integrano, rendendo possibile un supporto continuo e accessibile anche a chi, in passato, non avrebbe avuto accesso a un coach tradizionale. In parallelo, l’IA sta potenziando anche le esperienze immersive e simulate, consentendo l’esercizio delle competenze in ambienti realistici, con feedback immediati e adattivi.


Verso un nuovo equilibrio uomo-macchina

Il messaggio è chiaro: la progettazione didattica del futuro non sarà più una questione di contenuti da creare a mano, ma di esperienze da orchestrare. L’intelligenza artificiale offre strumenti potenti, ma serve una visione strategica per governarli. Il progettista didattico non sparisce, evolve: diventa un regista dell’apprendimento, in grado di bilanciare creatività, dati, automazione e interazione umana.Si può dunque parlare dell’emergere di una collaborazione uomo-macchina sempre più profonda e produttiva, in cui l’intelligenza artificiale amplifica le capacità di progettazione, migliorando accessibilità, rilevanza e impatto delle soluzioni formative.


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