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Italia: boom di corsisti online

La pandemia ha cambiato molti scenari, compreso il desiderio di formazione (online) che ha visto un incremento considerevole nel 2020 rispetto all'anno precedente.

Anche nel 2021, la pandemia e le conseguenze da essa portate (tra cui una riduzione generale degli eventi sociali, i mutamenti del mercato del lavoro e la necessità di molti di cambiare occupazione o ricollocarsi) ha mutato radicalmente lo scenario della formazione in Italia

Lo rivela uno studio di Semrush, piattaforma per la gestione della visibilità online e l'analisi SEO dei siti web, che ha analizzato il traffico dei principali portali di formazione online, constatando una crescita media del 329% rispetto ai dati del 2019.

analisi del traffico dei portali elearning

Al primo posto tra i siti di maggiore incremento c'è Domestika.org (+ 2.742%) con la sua offerta di corsi per menti creative. Anche la Business School de Il Sole 24 ore migliora dell'853% ed infine Coursera.org (+283% nel mese di aprile 2021), piattaforma che offre corsi tenuti da docenti di prestigiose università di tutto il mondo. 

Si tratta quindi principalmente di corsi universitari che permettono di seguire la parte teorica online mentre si lavora e si mette in pratica quanto appreso. Ma chi sono i fruitori della didattica online presa in esame? In due casi su tre si tratta di under 35, nativi digitali. In particolare, nel 54% dei casi la fascia d’età più numerosa è quella 25-34 anni, mentre meno del restante 46% è composto da corsisti tra i 18 e i 24 anni.

Anche se per quanto riguarda le immatricolazioni agli atenei fisici, le donne continuano ad essere più numerose (rappresentando il 65,7% delle nuove iscrizioni nell'ultimo anno accademico, secondo dati Censis), nell'universo online gli uomini sembrano essere più attivi, rappresentando il 54% dei corsisti. La piattaforma con meno corsiste? Udemy.com, dove solo il 27% degli iscritti è donna.

Cresce l'offerta e la competizione

Negli anni il settore dell'eLearning ha subito diversi mutamenti. L'economia ci insegna che più un bene è raro sul mercato, più ha valore: segue questa regola anche la formazione (tradizionale o digitale). 

Nell'era pre-digitale, quando la formazione face to face era l'unica fonte di apprendimento disponibile, avere a disposizione un corso o un insegnante per una determinata materia (magari di nicchia) non era così scontato e, nella maggior parte dei casi, prevedeva importanti spostamenti facendo sì che l'apprendimento avesse costi molto alti. Senza contare che le connessioni ADSL non supportavano la trasmissione di audio e video, bisogna anche considerare che era presente un pregiudizio nei confronti della formazione online per cui solo la formazione in presenza era considerata sinonimo di qualità. 

Con l'avvento di internet veloce e la digitalizzazione della formazione è nata finalmente la possibilità di partecipare a qualsiasi corso, e vederlo quando si vuole.
La formazione online si è diffusa, non solo a livello di pubblico, ma anche di creatori di contenuti: le barriere alla creazione di corsi autoprodotti sono cadute e il mercato ha visto molti nuovi player "low cost", senza contare la diffusione di video gratuiti di formazione (formali o informali) su piattaforme come Youtube.

Tuttavia, per non cadere in inganno e impiegare il proprio tempo nella fruizione di un corso scelto sulla base del minor costo, che promette un contenuto o una certificazione, ma dà poi nella sostanza un contenuto formativo di qualità inferiore rispetto alle promessa o alle aspettative, è sempre meglio affidarsi a provider che sono sul mercato da tempo, specialisti della formazione certificati. 


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