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Strumenti per l'E-learning rivolto a persone disabili, fragili e vulnerabili

Nell’ottica di garantire pari opportunità di accesso ai percorsi di istruzione e formazione, le pratiche eLearning dovrebbero essere una priorità.

Alcuni cambiamenti ormai in atto nel sistema formativo del nostro Paese impongono certamente una serie di considerazioni sulle priorità sia nazionali sia comunitarie riguardanti l’integrazione e l’inclusione delle persone con disabilità, fragili e vulnerabili e le pari opportunità di accesso a tutti i percorsi di istruzione e formazione.

Sia in ambito scolastico, scuole dell’obbligo e Università, sia nel mondo del lavoro, è ormai conclamato l’aumento del numero delle persone con disabilità, persone fragili e vulnerabili che si iscrivono ai corsi di formazione. Parallelamente possiamo constatare la sempre maggiore diffusione dei corsi erogati in modalità e-learning, con l’offerta di attività interattive e collaborative da svolgersi interamente online.

Fino a poco tempo fa, e la pandemia in questo frangente è stata cruciale, le persone con disabilità, fragili o vulnerabili che volevano intraprendere un percorso formativo si trovavano di fronte una serie di ostacoli rappresentati da barriere architettoniche, carenza o mancanza di ausili e di personale specializzato di supporto, inadeguatezza dei sussidi didattici.

Poiché sono sempre più numerose le università e le aziende che erogano formazione in e-learning, appare necessario e, come disposto anche a livello europeo, obbligatorio garantire a tutti l’accesso ai corsi e alle attività che si svolgono sulle piattaforme.

L’integrazione e l’inclusione sono valori fondanti della vita sociale.

Ciò è evidente anche dai numerosi studi che evidenziano il valore dell’e-learning come modalità formativa che può contribuire al fortificarsi di questi due parametri, in quanto portatore di caratteristiche fondamentali, come il superamento di ostacoli e vincoli spazio-temporali, la possibilità di progettare percorsi flessibili, la personalizzazione e l’interattività.

In diversi documenti infatti la Commissione Europea ha sottolineato come “il potenziale delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione debba essere impiegato a favore delle persone fragili, con disabilità o vulnerabili, agevolando la fruizione di servizi e contenuti online e rimuovendo gli ostacoli che ne impediscono la completa disponibilità: ossia, lavorare in direzione dell’accessibilità, che consiste nella capacità di un dispositivo o di una risorsa di essere fruibile con facilità da qualsiasi utente”.

Persone fragili e vulnerabili

Ma chi sono esattamente le persone fragili e vulnerabili?

Nel Regolamento CE è considerato “lavoratore svantaggiato” chiunque rientri in una delle seguenti categorie:

  • Chi non ha un impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi (è considerato lavoratore “molto svantaggiato” chi è senza lavoro da almeno 24 mesi).
  • Chi non possiede un diploma di scuola media superiore o professionale.
  • Lavoratori che hanno superato i 50 anni di età.
  • Adulti che vivono soli con una o più persone a carico.
  • Lavoratori occupati in professioni o settori caratterizzati da un tasso di disparità uomo-donna che supera almeno del 25 % la disparità media uomo donna.
  • Membri di una minoranza nazionale che hanno necessità di consolidare le proprie esperienze in termini di conoscenze linguistiche, di formazione professionale o di lavoro.

Tra i lavoratori definiti svantaggiati si possono inoltre far rientrare le persone identificate come fasce deboli, fragili, vulnerabili,  a rischio di povertà, utenti beneficiari di programmi/progetti comunitari-nazionali-regionali-locali di inclusione sociale di integrazione lavorativa, di cittadinanza attiva.

Rientrano, a titolo esemplificativo, in questo segmento di popolazione

  • Madri sole con figli minori a carico.
  • Soggetti con rete familiare-sociale debole.
  • Persone con richieste diversificate di supporto/assistenza (pagamento utenze, anticipo affitto, certificazione per priorità di accesso ai servizi per l'infanzia, ecc.).
  • Immigrati con lavori a termine, con competenze inadeguate, ecc.

I tre livelli di accessibilità dell'eLearning

Comprese le categorie di persone a cui ci rivolgiamo quando parliamo di fragilità e vulnerabilità, possiamo analizzare le varie componenti di un corso e-learning e i parametri di accessibilità esistenti.

Possiamo individuare tre livelli di accessibilità: l’accesso alla piattaforma, l’accesso ai contenuti e l’accesso alle attività.

A livello di accesso alla piattaforma l’utente ha la possibilità di accedere al sistema effettuando il login, accedere quindi nella home page, navigare tra le sezioni principali, modificare il proprio profilo, leggere le informazioni sul corso e gli avvisi pubblicati in bacheca. Per questa fase è sufficiente quindi l’accessibilità tecnologica.

A livello di accesso ai contenuti l’utente è in grado di accedere ai contenuti, ai materiali didattici e di conseguenza effettuare il download. Qui entra in gioco, oltre all’accessibilità tecnologica, anche una capacità di partecipazione che consente la conversione dei contenuti in formati alternativi. Come sappiamo bene, un corso e-learning, non è costituito unicamente da una piattaforma in quanto al suo interno ha contenuti, materiali, risorse didattiche e attività.

Possiamo concludere quindi dicendo che, chiaramente, l’accessibilità tecnologica non è sufficiente a garantire un’esperienza realmente inclusiva in cui tutti coloro che si approcciano a un e-learning possano utilizzare al meglio i mezzi e le risorse che un corso in rete può offrire loro. Avere la possibilità di usare un computer, ovviamente, non è sinonimo di possibilità di partecipare pienamente a un’esperienza di formazione in rete. 

L’accessibilità infatti deve essere concepita in maniera da ricomprendere l’intero processo di apprendimento e non soltanto il suo lato tecnologico.

È chiaro che tutto il percorso formativo deve essere costruito attorno ai fabbisogni della persona, persona che ha in questi casi delle necessità particolari con un'attenzione più profonda verso diversi parametri, come  accessibilità, usabilità, esiti dell’apprendimento, infrastrutture e contesti locali.

Costruire una formazione digitale, post pandemia, che dia forza e renda come standard le pratiche di e-learning, sostenere l’innovazione e attuare buone pratiche inclusive a disposizione di tutte le persone, soprattutto quelli maggiormente fragili e vulnerabili, nell’ottica di ridurre le disuguaglianze e la marginalizzazione, è l’obiettivo che i responsabili della formazione devono tenere sempre a mente.

Chiaramente, in tale scenario, non ci può essere spazio per le debolezze che ancora accompagnano le politiche sociali, aziendali e scolastiche, ancora notevolmente indietro nell' investire nelle nuove generazioni.

Le disposizioni normative, i programmi e i progetti riguardanti persone che possono essere considerate soggetti “svantaggiati” mirano a regolamentare altri ambiti, ed in particolare:

  • Determinazione delle materie di cooperazione sociale;
  • Certificare gli aiuti economici di Stato alle imprese;
  • Mettere in atto specifici programmi e/o progetti, che possono spaziare dal comunitario al locale.

In base a quanto abbiamo spiegato finora, possiamo ricomprendere in un’area abbastanza ampia, e che va sempre più espandendosi, la condizione di svantaggio e di vulnerabilità.

Una precarietà che caratterizza la vita di un numero sempre più grande di persone e che dà linfa a una nuova utenza, forse più problematica, che ha necessità di interventi più strutturati e consolidati nel tempo ma ancora non predisposti, in quanto mancanti di una connessione tra i servizi sociali – sanitari e per il lavoro.

Le difficoltà si trasformano in vulnerabilità che tendono a sviluppare un’area difficile da collocare in un ambito specifico. Una terra di nessuno in cui emergono tutte le criticità per le persone che non possono essere ricomprese negli standard prestazionali della formazione.

Le persone, a maggior ragione le persone fragili, vulnerabili e con disabilità, devono trovare risposte adeguate e supporto massimo per la propria formazione e, di conseguenza, poter essere introdotte e collocate stabilmente nel mondo del lavoro grazie proprio ad una offerta formativa, e-learning e in presenza, orientata all'effettivo cambiamento delle situazioni problematiche.


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