Digitalizzazione: i ritardi dell’Italia e la situazione europea

La rivoluzione digitale ha già trasformato industrie, processi produttivi e modi di vivere e lavorare. Ma, per quanto l'adozione delle tecnologie digitali da parte delle imprese dell'Unione europea stia migliorando, non si è ancora colmato il divario con gli Stati Uniti.

È quanto emerge dall’indagine “ Digitalization in Europe 2021-2022” condotta dalla Banca Europea per gli Investimenti (BEI) su oltre 13.500 imprese dell’UE e del Regno Unito. Scopriamo quindi nel dettaglio qual è lo stato della digitalizzazione in Europa, con uno sguardo particolare all’Italia.

Lo stato della digitalizzazione in Europa

Prima del 2020, il 37% delle imprese dell'Unione Europea non aveva ancora adottato alcuna tecnologia digitale avanzata.

La pandemia ha notevolmente accelerato la trasformazione digitale dell’economia europea, rendendo la digitalizzazione parte integrante della sopravvivenza stessa delle aziende, poiché ha consentito loro di proseguire le proprie attività grazie al lavoro da remoto, alle vendite tramite eCommerce e alla gestione online delle comunicazioni e degli incontri con clienti, fornitori o dipendenti.

Ad oggi, secondo i dati raccolti, il 46% delle aziende europee ha intrapreso azioni di trasformazione digitale in seguito alla pandemia. Tuttavia, la situazione è molto variegata, con differenze significative tra Paesi, classi dimensionali e settori.

Dal punto di vista territoriale, in Europa occidentale e settentrionale il 48% delle aziende ha investito nel digitale, contro il 43% delle imprese in Europa meridionale e il 37% dell’Europa Centrale e orientale.

Rispetto al futuro, le aziende più digitalizzate dichiarano che le loro principali priorità di investimento sono lo sviluppo di nuovi prodotti, servizi o processi e l’espansione della capacità. Le aziende meno digitali, invece, dichiarano che investiranno principalmente nella sostituzione di edifici, macchinari e attrezzature. Nel complesso, le aziende non digitali (20%) afferma che non ha alcun piano di investimento in tecnologie digitali.

Al fine di ridurre il gap digitale tra le aziende digitalmente più avanzate e quelle meno, la BEI ha sottolineato la necessità di intervenire mediante tre principali ambiti:

• sostegno finanziario mirato per le piccole e medie imprese;
• servizi di consulenza alle imprese non digitali sui finanziamenti disponibili;
• investimenti nella formazione e riqualificazione delle persone.

Solo intervenendo per aiutare le aziende a investire nelle nuove tecnologie di cui hanno bisogno si può stimolare la crescita e contribuire a colmare i divari esistenti in Europa, rafforzando la coesione e riducendo il gap con gli Stati Uniti.

La digitalizzazione in Italia: tra ritardi e sorprese

Ma qual è la situazione del Bel Paese? In Italia, solo il 40% delle aziende ha intrapreso iniziative di digitalizzazione: un numero quindi inferiore sia alla media UE che alla media delle aziende dell’Europa meridionale.

Il sondaggio svela tuttavia un dato positivo che riguarda l’adozione dell’hi-tech: in Italia, il 65% delle imprese adotta tecnologie avanzate, contro il 61% della media UE. Tali tecnologie includono soluzioni digitali come stampa 3D, Internet of Things, Big Data Analysis, Robotica avanzata, Intelligenza Artificiale, realtà aumentata e realtà virtuale.

Per quanto riguarda il gap dimensionale, in Italia solo il 9% delle grandi imprese non è digitale, contro il 25% delle medie, il 44% delle piccole e il 47% delle micro.